Cos’è la mammografia?
Cos’è la mammografia? Se stai leggendo queste righe, significa che ti interessa sapere qualcosa di più in merito. Perfetto! Nelle prossime righe di questo articolo, puoi trovare alcune informazioni.
Mammografia, di cosa si tratta?
La mammografia è una delle più celebri tecniche di diagnostica per immagini. Effettuata da tantissime realtà sul territorio nazionale – in Emilia Romagna uno dei principali punti di riferimento è la Radiologia Pasta – permette di diagnosticare in maniera precoce il tumore mammario, il più aggressivo e letale sia per le donne in età fertile,sia per le pazienti in età avanzata.
Entrando nel vivo delle caratteristiche della mammografia, facciamo presente che si tratta di un esame che prevede il ricorso a raggi X a basso dosaggio. Questi ultimi, attraversano la pelle delle mammelle e permettono di apprezzare la creazione di un’immagine in scala di grigio.
Doveroso è specificare che, in virtù del basso dosaggio sopra ricordato, la mammografia non è considerata un esame pericoloso e invasivo.
Indicazioni
La mammografia può essere, a ragione, considerata il principale punto di riferimento per quanto riguarda lo screening del tumore al seno nelle donne di età superiore ai 40 anni.
In età precedenti, infatti, il rischio è di avere una visione non completa e di perdere alcune formazioni potenzialmente pericolose.
La mammografia è essenziale a tal proposito in quanto permette di individuare anche formazioni molto piccole, non percepibili al tatto in sede di autopalpazione, la principale misura di controllo che le pazienti possono mettere in atto autonomamente fin dall’inizio della loro vita adulta (gli esperti raccomandano di iniziare a eseguire l’autopalpazione già a partire dai 20 anni una volta al mese 9 giorni circa dopo la comparsa del flusso mestruale).
Quanto dura l’esame?
La mammografia ha una durata che, in linea di massima, si aggira tra i 10 e i 15 minuti. Dovrebbe essere evitata in gravidanza.
Come si esegue? Fa male?
Sono davvero tanti gli interrogativi che ruotano attorno alla mammografia. In questo novero è possibile includere le domande su come si esegue l’esame. La prima cosa da dire al proposito è che l’esame viene eseguito attraverso uno strumento ad hoc noto come mammografo.
Quest’ultimo, come già specificato, si contraddistingue per la proiezione nell’area interessata dall’esame di un fascio non intenso di raggi X. L’operatore che esegue l’esame posiziona il seno della paziente tra due piatti realizzati in materiale plastico e lo comprime.
Questa fase, conosciuta anche da chi non ha mai effettuato una mammografia, è cruciale. Permette infatti di concretizzare una separazione perfetta tra il tessuto adiposo e la ghiandola. Solo così, infatti, si ha modo di trovare eventuali formazioni sospette.
La fase di pressione è famosa anche perché spaventa molte donne, che sono diffidenti al pensiero di sottoporsi a una mammografia perché hanno paura che faccia male.
Quanto c’è di vero? A tal proposito, è doveroso ricordare che la mammografia può risultare fastidiosa nelle situazioni di accentuata ipersensibilità al dolore. Nella grandissima parte dei casi, è un esame rapido e indolore.
Concludiamo facendo un veloce cenno alla sua differenza, basilare, rispetto all’ecografia mammaria. Quando si discute di questa seconda procedura di diagnostica per immagini, si chiama in causa il ricorso a una sonda che emette ultrasuoni.
L’ecografia mammaria è indicata in donne giovani senza storia familiare di tumore al seno. Punto di riferimento per la diagnosi precoce sotto i 40/45 anni, permette, in virtù della maggior densità dei tessuti, di farsi un’idea chiara sia in merito alla presenza di neoformazioni, sia in merito al loro contenuto (che può essere solido o liquido).