Cos’è la riflessologia plantare?
Negli ultimi anni, è cresciuta tantissimo la popolarità della riflessologia plantare. Di cosa si tratta? Quali sono i suoi vantaggi? Chi può praticarla? Nelle prossime righe, abbiamo cercato di fornire una risposta a queste domande.
Riflessologia plantare: cos’è e a cosa serve
Non importa che si parli di riflessologia plantare a Torino o di trattamenti praticati in altre città: in tutti i casi, al centro dell’attenzione c’è una tecnica molto antica che, secondo le teorie più accreditate, ha iniziato a essere praticata più di 5.000 anni fa.
In cosa consiste di preciso? Nella pressione di determinati punti della pianta del piede, esercitata con il fine di stimolare specifici organi del corpo umano. La convinzione che vede una corrispondenza tra le zone della pianta del piede e i vari apparati del nostro organismo ha implicazioni scientifiche che sono ancora oggi al centro di una vivace discussione.
Secondo i fautori dell’efficacia della riflessologia plantare, sono diversi i punti da chiamare in causa. Uno di questi riguarda il drenaggio linfatico che, attraverso la digitopressione, si concretizzerebbe provocando l’eliminazione dal corpo di fluidi e tossine.
Un’altra teoria che viene spesso chiamata in causa da chi pratica la riflessologia plantare è quella della cosiddetta liberazione ormonale. Cosa prevede? Innanzitutto, ricordiamo che chiama in causa la convinzione secondo la quale esiste un collegamento tra il cervello e il funzionamento delle ghiandole (sistema endocrino).
Tra gli ormoni maggiormente al centro dell’attenzione nei trattamenti di riflessologia plantare rientra senza dubbio l’endorfina, la cui secrezione può risultare particolarmente efficace in situazione in cui si ha a che fare con un livello di dolore spesso difficile da sopportare.
Entrando ulteriormente nel dettaglio delle teorie dell’efficacia della riflessologia plantare, ci soffermiamo su quella della stimolazione nervoso. In questo frangente, si parla di preciso di un collegamento nervoso tra le varie aree della pianta del piede e delle dita.
I sostenitori di questa teoria sono convinti del fatto che, a seguito della digitopressione, si possa avere a che fare con un’ottimizzazione della risposta del cervello, che diviene così maggiormente in grado di intervenire contro alcuni dei problemi che affliggono il corpo.
Si potrebbe andare avanti ancora tanto a parlare delle teorie che riguardano l’efficacia della riflessologia plantare. Tra queste, rientra il punto di vista di chi considera questa medicina alternativa una strada per migliorare la circolazione ematica negli organi di volta in volta trattati.
Le zone riflesse
Dopo questa doverosa premessa, è utile soffermarsi sulle zone riflesse dei singoli organi. In poche parole, sulla corrispondenza tra le varie zone della pianta del piede e il resto del corpo. Ecco i dettagli in merito:
- Zona plantare: la parte molle del piede è collegata a cuore, fegato e polmoni.
- Zona dorsale: in questo caso, si ha a che fare con una corrispondenza con l’apparato osteo-muscolare.
- Zona laterale del piede: secondo la riflessologia plantare, a seguito della digitopressione di questa zona si stimolano gli organi laterali.
- Zona mediale: in questo caso, al centro dell’attenzione ci sono invece gli organi centrali del corpo umano.
Come si diventa riflessologo plantare
A questo punto, viene da chiedersi quale sia il percorso per diventare professionisti della riflessologia plantare. Premettendo il fatto che anche chi è già un medico o un fisioterapista può abbracciare questa tecnica, ricordiamo che esistono numerosi corsi. Nella maggior parte dei casi, si tratta di iter formativi di durata biennale, alla fine dei quali viene rilasciato un attestato.
Per quanto riguarda il programma, le materie affrontate riguardano l’anatomia e la fisiologia del sistema muscolo-tendineo, ma anche tutto quello che riguarda i fondamenti della medicina tradizionale cinese. Un’ovvia attenzione viene dedicata all’aspetto pratico e all’applicazione concreta del massaggio.